“Queste sono le parole di Alessandro conte di Cagliostro, nel definire se stesso:”
Io non sono di nessuna epoca e di nessun luogo; al di fuori del tempo e dello spazio, il mio essere spirituale vive la sua eterna esistenza e se mi immergo nel mio pensiero rifacendo il corso degli anni, se proietto il mio spirito verso un modo di vivere lontano da colui che voi percepite, io divento colui che desidero. Partecipando coscientemente all’essere assoluto, regolo la mia azione secondo il meglio che mi circonda. Il mio nome è quello della mia funzione ed io lo scelgo, così come scelgo la mia funzione, perché sono libero; il mio paese è quello dove fermo momentaneamente i miei passi. Mettete la data di ieri, se volete, o riuscendovi, quella di domani o degli anni passati, per l’orgoglio illusorio di una grandezza che non sarà forse mai la vostra. Io sono colui che è.
Non ho che un Padre; diverse circostanze della mia vita mi hanno fatto giungere a questa grande e commovente verità; ma i misteri di questa origine ed i rapporti che mi uniscono a questo Padre sconosciuto, sono e restano i miei segreti. Coloro che saranno chiamati al divenire, all’intravvedere come me, mi comprendono e mi approvano.
Quanto all’ora, al luogo dove il mio corpo materiale a quaranta anni si recherà su questa terra, quanto alla famiglia che io scelgo per non aumentare le responsabilità già pesanti di coloro che mi hanno conosciuto – perché sta scritto: «Tu non farai cadere il cielo» – posso dirvi che io non sono nato dalla carne, né dalla volontà dell’uomo, sono nato dallo spirito. Il mio nome, che è mio, quello che scelsi per apparire in mezzo a voi, ecco quello che reclamo. Quelli che mi sono stati dati alla mia nascita o durante la mia giovinezza, quelli per i quali fui conosciuto, sono di altri tempi e luoghi; li ho lasciati, come avrò lasciato domani dei vestiti passati di moda ed ormai inutili.
Ma ecco: sono nobile e viandante, io parlo e le vostre anime attente riconosceranno le antiche parole; una voce che è in voi e che taceva da molto tempo risponde alla chiamata della mia; io agisco e la pace rinviene nei vostri cuori, la salute nei vostri corpi, la speranza ed il coraggio nelle vostre anime. Tutti gli uomini sono miei fratelli, tutti i paesi mi sono cari, io li percorro dovunque affinché lo Spirito possa discendere da una strada e venire verso di noi. Io non domando ai Re, di cui rispetto la potenza, che l’ospitalità sulle loro terre e, quando questa mi è accordata, passo, facendo attorno a me il maggior bene possibile: ma non faccio che passare. Sono un nobile viandante.
Come il vento del Sud, come la splendente luce del mezzogiorno che caratterizza la piena coscienza delle cose e la comunione attiva con Dio, così vado verso il Nord, verso la nebbia e il freddo, abbandonando ovunque al mio passaggio qualche parte di me stesso, spendendomi, diminuendomi ad ogni fermata, ma lasciandovi un po’ di luce, un po’ di calore, fino a quando io non sia infine arrivato e stabilito al termine della mia carriera: allora la rosa fiorirà sulla Croce. Io sono Cagliostro.
Perché è necessario che chiediate di più? Se voi foste figli di Dio, se la vostra anima non fosse così vana e così curiosa, voi avreste già compreso. Invece vi necessitano dei dettagli, dei segni e delle parabole, dunque ascoltate. Risalite molto nel passato, poiché lo volete. Tutta la luce viene dall’Oriente, tutto l’inizio dall’Egitto; sono stato tre anni come voi, quindi sette anni, poi l’età matura e a partire da questa età non ho più contato. Tre settenari fanno ventuno anni e realizzano la pienezza dello sviluppo umano. Nella mia prima infanzia, sotto la legge del rigore e della giustizia soffersi in esilio, come Israel tra le nazioni straniere.
Ma come Israel aveva in sé la presenza di Dio, che come un Metatron lo guidava nei suoi passi, allo stesso modo un Angelo potente vegliava su di me e dirigeva i miei atti, schiariva la mia anima, sviluppando le forze latenti in me. Lui era il mio Maestro e la mia Guida. La mia ragione si formava e si precisava; io mi interrogavo, mi studiavo e prendevo coscienza di tutto quanto mi circondava; feci dei viaggi, molti viaggi, sia tutto attorno alla camera delle mie riflessioni che nei templi e nelle quattro parti del mondo; ma quando volevo penetrare l’origine del mio essere e salire verso Dio, nello slancio della mia anima, allora la mia ragione impotente si taceva e mi lasciava in balia delle mie congetture.
Un amore che attirava verso di sé tutte le creature in maniera impulsiva, una ambizione irresistibile, un sentimento profondo dei miei diritti a tutte le cose della terra e del cielo mi possedevano e mi gettavano verso la vita e l’esperienza progressiva delle mie forze, del loro gioco e del loro limite : era la lotta che dovevo sostenere contro le potenze del mondo, fui abbandonato e tentato nel deserto, lottai con l’angelo come Jacob, con gli uomini e con i demoni, e questi, vinti, mi insegnarono i segreti che concernono il dominio delle tenebre, per cui non mi smarrii mai in una di quelle vie dalle quali non c’è ritorno.
Un giorno – dopo quanti anni e viaggi! – il Cielo esaudì i miei sforzi: si ricordò del suo servitore che, rivestito degli abiti nuziali, ebbe la grazia di essere ammesso come Mosè davanti all’Eterno. Da allora ricevetti come un nome nuovo, una missione unica. Libero e maestro della vita non pensai che ad impiegarla per l’opera di Dio. Sapevo che Egli confermava i miei atti e le mie parole, come io confermavo il Suo nome ed il Suo dominio sulla terra. Ci sono esseri che non hanno più angelo custode: io fui di quelli.
Ecco la mia infanzia e la mia giovinezza, tali che il vostro spirito inquieto e generoso lo reclama; ma che esse siano durate più o meno anni, che si siano fermate nei paesi dei vostri padri ed in altre contrade, che importa a voi? Non sono io un uomo libero? Giudicate le mie abitudini, come a dire le mie azioni, dite se esse sono buone, dite se ne avete visto di più potenti e se allora forse non vi occuperete più della mia nazionalità, del mio rango e della mia religione.
Se, proseguendo il cammino felice dei suoi viaggi qualcuno di voi si avvicinasse un giorno a quella terra d’Oriente che mi ha visto nascere e si ricordasse di me, pronunci il mio nome ed allora vedrà i servitori di mio padre che gli apriranno le porte della Città Santa. Poi, quando ritornerà, dirà ai suoi fratelli se io ho abusato fra voi di un falso prestigio, se ho preso nelle vostre dimore qualcosa che non mi apparteneva!
A cura di Eiael
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